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Franco, fisioterapista, dal Guatemala

L'Altro Guatemala

Riflessioni di un volontario in Guatemala, estate 2000

 

Quest’estate, il flusso di turisti verso il Guatemala è aumentato vertiginosamente grazie forse alla sua bellezza paesaggistica, forse al basso costo della vita o forse alla strasentita canzone di Manuciao. Il destino, la provvidenza, il buon Dio o come più vi piace chiamarlo, ha fatto si che io facessi degli incontri che mi misero nell’orecchio che in Guatemala avevano bisogno in questo momento di fisioterapisti volontari.

“Guarda che caso” mi dissi e dopo due mesi circa mi trovai in Chimaltenango (Guatemala) nella casa di Nuestros Pequenos Hermanos con centinaia di ninos che avevano soprattutto bisogno di affetto... In Chimaltenango (cittadina di poco interesse turistico non lontana da Antigua) ci sono 350 ninos dai 6 mesi d’età fino ai 15/16 anni. Divisi in tre strutture non lontane tra di loro: “la casa dei bebes” per i più piccoli fino ai 5 anni circa, “il castillo” per le ragazze e “la casa de los varones” per i ragazzi. Inoltre N.P.H. ha istituito una scuola operativa con insegnanti del posto e volontari, una biblioteca, un dispensario farmaceutico, un piccolo studio medico dove si avvicendano medici, dentisti, specialisti, farmacisti e infermieri per curare al meglio i ragazzi bisognosi.

I fisioterapisti e i terapisti occupazionali lavorano in equipe per dare il massimo, rispetto alle proprie potenzialità, con interventi per lo più individualizzati in una piccola struttura adibita a palestra chiamata “casita”. Attualmente abbiamo 6 ninos gravi che hanno problemi nel parlare, di questi uno è autistico, 2 tetraplegiche, 2 con ritardo mentale e un ritardo psicomotorio grave.

Si trovano inoltre molte patologie legate alla situazione igienico-sanitaria e alimentare tipica di queste zone. Necessitano urgentemente fisioterapisti, logopedisti, medici in generale e in particolare di dermatologi, pediatri e gastroenterologi. Sono graditi anche volontari non specializzati in materie medicali ma che abbiano una certa esperienza con i bambini e/o ragazzi.

Nonostante tutti questi problemi, i “ninos” sono sempre sorridenti, solitamente con il “musino” e le mani sporche, vivaci e sempre attivi, bisognosi soprattutto di attenzioni e di affetto. Il lavoro è impegnativo e i bambini, come tutti i bambini del mondo, sono esigenti, ma quello che sono riuscito a dare a loro è niente rispetto a quello che ho ricevuto sia in termini di affetto, di esperienza di vita, di condivisione, di umanità e di religiosa intimità con Dio.

Per questo voglio ringraziare tutte le persone che hanno promosso, aiutato e condiviso questa bellissima realtà e sono talmente tante che non posso neanche nominarle. La mia esperienza è stata veramente importante e significativa, sono solo dispiaciuto di non averla fatta prima e perché è finita così velocemente. Spero di rifarla e consiglio a tutti di provare, almeno una volta nella vita, ad avvicinarsi alle problematiche che coinvolgono altri nostri fratelli a cui mancano le cose più essenziali.

Mi sono molto meravigliato in Guatemala nel vedere con i miei occhi tanti volontari, giovani e meno giovani, che mettono a disposizione di chi ne ha bisogno, il loro tempo, la loro disponibilità, la loro professionalità, il loro affetto. Vi assicuro che sono veramente molte ed è bellissimo e commovente nella società di oggi apparentemente sterile e distratta, trovare così tanta gente che la pensa proprio come te; tante persone da tutte le parti del mondo che come ideale nella propria vita non hanno solo il potere e la ricchezza, ma anche e soprattutto l’amore.

Ho deciso di scrivere queste righe perché, oltre alle notizie di cronaca spesso drammatiche, credo che se si parlasse anche un po’ del mondo che funziona, delle cose belle, dei progetti da realizzare forse potremmo dare degli stimoli nuovi alle nostri menti inutilmente malate di pessimismo.

 

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Franco Silvestri

 

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