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"Pietà - Quando disordini e proteste causano la morte dei bambini". Da Haiti la lettera di Padre Rick.

 

Da Haiti, Padre Rick racconta la storia di Bertina e della piccola Sabina, giunta all'Ospedale pediatrico NPH St Damien troppo tardi per essere salvata a causa degli scontri e proteste che hanno messo in ginocchio il Paese.

 

Padre Rick e il suo team stanno continuando a soccorrere con la distribuzione di acqua, cibo e l'accoglienza nei nostri ospedali.

 

Per aiutare, CLICCA QUI.

 

 

"Cari Amici,

 

quando ieri pomeriggio, verso le 5, sono tornato all’Ospedale St. Damien, dopo aver trascorso la giornata a cercare di recuperare medicine e medicamenti per i nostri ospedali, nella hall ho incontrato una donna che teneva in braccio una bambina e subito ho avuto la sensazione che qualcosa non andava.

 

Non piangeva ma la sua faccia lasciava trapelare del panico. Sua figlia di un anno, che sembrava essersi addormentata tra le sue braccia, a me in realtà pareva senza vita.

 

La bambina era morta e la sua povera mamma non riusciva ad accettarlo. Ho notato subito il suo vestito stracciato, i suoi piedi nudi pieni di fango secco. Non sapevo bene cosa fare, come approcciarmi al suo momento di negazione. Sentivo il bisogno di rispettare il suo sentimento, per trovare il modo migliore di aiutarla.

 

Le ho chiesto con molta calma il suo nome. “Bertina” mi ha risposto. Le ho chiesto il nome della bambina. “Sabina”. Le ho chiesto se si trovava lì per vedere un dottore. Mi ha risposto che lo aveva già fatto ma che il dottore si era sbagliato. Le ho chiesto come mai e lei mi ha risposto: “Lui pensa che la piccola Sabina sia morta”. Intanto ho appoggiato la mia mano sulla testolina della bambina, le ho accarezzato i capelli, ho appoggiato le mani sul suo piccolo petto.

 

Sabina era morta. Ho sentito i muscoli della mia faccia contrarsi. Le ho chiesto: “Perché l’hai portata in ospedale?”. E lei mi ha risposto: “Non riusciva a respirare”. Dopo ha immediatamente imitato la sua fame d’aria, spiegandomi come le sue costole affondassero ad ogni respiro.

Le ho detto delicatamente: “Bertina, lo vedo chiaramente che madre amorevole sei e quanto stai cercando di aiutare Sabina ma sembra proprio che prima che tu riuscissi a trovare aiuto, la malattia ha preso il sopravvento sul suo piccolo corpicino. Ha combattuto per giorni per respirare, per vivere e tu hai fatto del tuo meglio per aiutarla ma Sabina ora è andata da Dio.”

Bertina mi ha risposto: “E’ ancora calda, non è andata da nessuna parte”. E ha incominciato a soffiare nella bocca della figlia, come Dio ha fatto con Adamo.

 

Bertina ha dato la vita a Sabina mettendola al mondo, e amandola totalmente, e stava cercando di darle la vita una seconda volta.

 

Ho accompagnato Bertina nel mio ufficio. Durante le successive due ore, si è messa la piccola vicino al collo, tendendola su un fianco, soffiandole spesso nelle narici, massaggiandole la schiena. Abbiamo parlato in maniera tranquilla e intanto i piedini e le manine di Sabina, le braccia e le gambe, il suo petto stavano diventando sempre più freddi.

Wilflo era lì, anche Ferel. Poco dopo sono arrivati Phadoul, Marie e le infermiere Edna e Sonia.

Le donne, che sono anche mamme, hanno cercato di convincere Bertina a lasciare loro Sabina così che lei potesse tornare a casa dagli altri suoi bambini che la stavano aspettando.

 

Ma lei non la lasciava. Le ho detto “Bertina, tutti noi speriamo, con te, che Sabina possa svegliarsi. Saremmo tutti così felici se lo facesse. Ma è fredda.”

Lei le ha soffiato un’ultima volta nelle narici.

 

Ho pensato al Vangelo letto questa mattina a messa. Gesù cercava di guarire un uomo cieco con le sue preghiere. “Puoi vedere ora?” gli chiedeva. E l’uomo rispondeva: “Vedo le persone ma sembrano degli alberi”. In quel caso un po’ di saliva e delle preghiere hanno risolto tutto.

 

Bertina sembrava rivivere questa storia, in quest’ora del vespro dello stesso giorno.

Con un po’ più di aiuto, il miracolo sarebbe avvenuto. Come è successo per Gesù. A volte la Provvidenza ha bisogno di un po’ di spinta.

Bertina aveva lo stesso spirito di Gesù nel suo sangue. Ma per Sabina il miracolo non era destinato a compiersi.

Nel frattempo è arrivato il marito di Bertina, poi la sorella e il figlio più grande. Sabina era diventata fredda come il marmo.

Con grande dolore Bertina ha accettato che la morte si fosse presa sua figlia, e mi ha dato il corpo della piccola. Le ho chiesto di tornare da me per un incontro, cosa che ha fatto oggi. Abbiamo parlato per un po’ e le abbiamo offerto aiuto per pagare il funerale.

Vedo Bertina forte e nobile. Avrà bisogno di queste virtù per tanti anni ancora. I suoi altri 3 figli sono molto piccoli.

 

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Questo è il genere di cose che succedono quando le strade sono bloccate per violenze, scontri, quando l’odio pervade le vie, quando le madri hanno paura di mettersi in viaggio con i loro figli malati.

 

La situazione si stra tranquillizzando, gli scontri si stanno placando e Bertina oggi è finalmente potuta venire in ospedale.

Quando le infermiere le hanno chiesto perché non era venuta prima, lei ha raccontato che quella mattina era stata la sola occasione che aveva avuto nelle ultime due settimane per poter riempire secchi, botti e bottiglie di acqua. Non poteva perdere quell'occasione. Aveva bisogno di acqua per i suoi bambini, per bere e cucinare, per lavare e lavarsi. Aveva pianificato di portare Sabina in ospedale dopo aver assicurato acqua per la sua famiglia.

 

Questo è il genere di cose che succedono quando vivi in assoluta povertà, quando in una gerarchia di bisogni, tutti basici ed essenziali, questi devono competere l’uno con l’altro, visto che puoi fare fronte ad un bisogno alla volta.

 

E’ importante che tutti noi vediamo il frutto marcio della povertà, della violenza. Non si tratta solo di negozi distrutti o macchine incendiate.

 

Silenziosamente e tragicamente, per una madre e un figlio, le conseguenze sono mortali.

 

Anche nel Vangelo di questa mattina, dopo che il diluvio universale aveva distrutto tutto, ucciso tutti tranne Noè e la sua famiglia, viene rivelato quanto Dio fosse profondamente dispiaciuto della distruzione di massa e giurò che mai più ci sarebbe stata una catastrofe simile.

 

L’arcobaleno è diventato segno di questa promessa.

 

E’ un peccato che noi, come discendenti di Noè e Naamah, non rimpiangiamo quello che stiamo facendo, non rimpiangiamo di impregnare la nostra storia di guerre, genocidi, di scendere in piazza con odio e distruzione.

 

Sabina ha pagato il prezzo di questo e ci sono troppe persone che pagano con le loro innocenti vite.

 

Papa Francesco ci chiede incessantemente di aprire gli occhi alle sofferenze intorno a noi e di fare tutto ciò che è in nostro potere per invitare al banchetto della vita coloro che sono marginalizzati. Ed è ora che è importante farlo.

 

Presto andrò nella Cappella ad accendere una candela in memoria di Sabina.

 

E’ una bella luce dorata, che prende il sopravvento sull'oscurità, e ancora più importante, annuncia la gloria nella quale la piccola sta entrando.

 

Accendiamo tutti delle piccole candele, nelle nostre chiese e nelle nostre menti, ovunque e sempre, migliaia di piccole luci per contrastare le tenebre, e continuiamo a farlo fino al giorno in cui noi, come ha fatto Dio, rimpiangeremo di aver inondato il mondo con violenza, e ci impegneremo a mettere le nostre energie nel realizzare un grande lavoro di Pace."

 

Fr, Rick Frechette CP

Haiti, 22 febbraio 2019

 

Aiutiamo Padre Rick e il suo team a continuare il lavoro di soccorso in prima linea.

 

— CON 10€ DONI 10 KG DI PASTA

 

— CON €25 UN SACCO DI RISO DA 23 KG

 

— CON €100 UN CARICO D'ACQUA DA 10.000 LITRI

 

OPPURE FAI UNA DONAZIONE LIBERA PER L'AMBULANZA

 

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Causale: Emergenza in Haiti

 

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