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Il Natale rapito: da Haiti il racconto di Natale di Padre Rick

 

GUARDA QUI IL VIDEOMESSAGGIO DI PADRE RICK

 

Padre Rick da Haiti ci ha mandato il suo tradizionale messaggio di Natale:

 

"Natale si avvicina ma io sono ancora sconcertato dall’immagine di un paio di vecchie scarpe nere abbandonate per strada. Gli alberi decorati e l’atmosfera natalizia qui al Saint Damien dovrebbero aiutarmi a dimenticarle….ma non riesco.

È successo la scorsa settimana, di sera, non molto tardi, quando il proprietario di queste vecchie scarpe è stato rapito, non lontano dall’ingresso del nostro Ospedale.

Tutto ciò che è rimasto, oltre alle scarpe vuote, è un vecchio motorino ammaccato, non proprio vicino alle scarpe, che avevano tentato di portare quei piedi lontano dal pericolo: correvano il più velocemente possibile, prima di essere raggiunte…povere vecchie scarpe con le stringhe slacciate, perdenti nella lotta per raggiungere la libertà.

Continuo a pensare ai molti modi in cui il fatto può essere accaduto….ma non voglio immaginare la terribile conclusione.  Mi figuro che la persona rapita fosse a sua volta una persona malvagia, forse un ladro. Mi sento più tranquillo, se ipotizzo che sia un uomo, non una donna (lo capisco dalle scarpe) che ha provocato ciò che è accaduto.

Ma cosa succede nel nostro mondo? Sembra che la violenza e l’odio siano ormai entità universali.

Ma piuttosto, cosa succede a me?  Sentire un senso di  maggior sicurezza nell’addossare la colpa a una persona rapita. Allora capisco che, ora a Natale, ciò che è sbagliato nel nostro mondo  è la mia propensione a pensare cose sbagliate….

Leggiamo nella Bibbia che noi siamo stati rapiti, strappati a Dio dal Maligno e dall’irresistibile atto di disubbidienza e orgoglio di Adamo ed Eva.

Da allora la distanza fra noi e Dio è diventata la distanza fra noi e ogni altra persona, fino a diventare  alienazione da noi stessi.  Così noi tutti siamo stranieri fuori dal Paradiso e, come stranieri, siamo prigionieri dai gravi problemi che derivano dal pregiudizio, sfruttamento, diseguaglianze sociali, implacabilità, guerra!

Come se tutto questo non bastasse, soffriamo di depressione, autolesionismo, disorientamento, aggressività. Tante persone si sentono perdute, prive di valori, prive di sogni.

Ci sono alcuni che dicono che il Natale stesso è stato “rapito”, quale vittima di una guerra culturale, che vede scomparire progressivamente ogni simbolo pubblico di questa Festa.

Per tutti coloro che cercano il significato del Natale oltre all’immagine di un albero natalizio disegnato su un tazza da caffè, non c’è guerra che possa trionfare contro il messaggio di speranza del Natale.

Dio è con noi, in ogni momento della nostra vita, nella gioia e nel dolore, in ogni nostra battaglia fra il bene e il male. Dobbiamo lottare contro tutto ciò che è sbagliato in noi e intorno a noi, sostituendo il desiderio di giustizia e verità alle nostre depressioni, atti portatori di vita alle nostre tendenze distruttive. Dobbiamo accorciare le distanze fra noi e costruire ponti al posto di muri, sostituire al pregiudizio il rispetto, alla guerra la pace!

“Dio è con noi”: con questa convinzione nel nostro sangue e nel nostro comportamento, possiamo distruggere montagne d’orgoglio, colmare di significato vallate vuote e riempire finalmente un paio di scarpe con i piedi dei loro proprietari. Certo è una sfida ma non impossibile!

Noi qui in Haiti portiamo a compimento questa sfida anche nel cuore della notte più scura e in posti sconosciuti.

Ci occupiamo dei più deboli, restituiamo forza ai malati, dividiamo il nostro pane con chi ha fame. Medichiamo chi è stato ferito e vinto, vestiamo chi è nudo, guidiamo i bambini fuori dall’ignoranza con la luce dell’insegnamento. Portiamo la speranza ai dimenticati e seppelliamo i morti con rispetto, nella speranza dell’Eternità.

La cosa che più conta è che noi realizziamo tutto ciò non da soli, ma con l’aiuto di tante persone speciali come voi."

Grazie per il vostro continuo sostegno al nostro impegno in Haiti.

Continuiamo a lavorare insieme per eliminare le distanze e stringere i legami che ci uniscono!

Naturalmente ad alta voce e di fronte a tutti, BUON  NATALE a voi e alle vostre famiglie"

 

Padre Rick Frechette, Port au Prince, Haiti

Canale Notizie - 05-12-2015 - Segnala a un amico


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