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I racconti di Mariavittoria e dei volontari italiani appena rientrati dalla loro ultima missione ad Haiti.

 

"Sono tornata ad Haiti per accompagnare alcuni donatori e per il monitoraggio dei progetti con l'ingegnere volontario Michelangelo, giunto sull’isola per seguire il progress dei lavori della nuova ala della Casa dei Piccoli Angeli, della nuova casa orfanotrofio che sostituirà i containers riciclati dove ora vivono i bambini del Foyer Saint Louis e la ricostruzione delle due ultime scuole di strada, Saint Elizabeth e Saint Paul a Saint Louis du Sud e con il ginecologo Enrico, anche lui volontario da molti anni, giunto sull'Isola per seguire lo sviluppo del programma di assistenza alle gravidanze patologiche all'Ospedale Saint Damien e nelle altre cliniche di strada.

 

Insieme a noi c'era anche Giorgio, ex direttore di grandi alberghi in Italia e volontario della fondazione, venuto per seguire la formazione dei ragazzi del team Saint Luc di Padre Rick, che stanno svolgendo uno stage presso l'hotel solidale Villa Francesca; a coordinare invece il team medico è venuta con noi Emanuela, che segue in Fondazione i progetti sanitari e che ha accompagnato Elena, farmacista e volontaria che da anni ci aiuta da Verona sensibilizzando e raccogliendo fondi per il progetto farmacia per l’Ospedale Saint Damien.

A completare il gruppo c'era anche Carol, la nostra mitica volontaria italo-americana che sta seguendo la formazione amministrativo-contabile presso Francisville, la Città dei mestieri.

Ho avuto anche la gioia di condividere questo viaggio con Veronica e Amos Bocelli, venuti a conoscere la difficile realtà di Haiti e a vedere l'infaticabile lavoro di Padre Rick e del suo team in prima linea, in particolare i progetti sostenuti attraverso i concerti di Andrea Bocelli: la Casa dei Piccoli Angeli, il nostro centro di riabilitazione per i bambini disabili e la Baby House Sainte Anne, struttura che accoglie i bambini orfani e abbandonati dopo il terremoto.

Tantissime sono le immagine e le emozioni come sempre vissute e che vorrei trasferire a tutti voi che avete la pazienza di leggere la mia testimonianza, come alcuni brevi attimi di pura energia che mi hanno riempito il cuore, la mente e lo sguardo mentre visitavo una delle 30 Scuole di strada che Padre Rick e il suo team gestiscono in tutte le province più povere e negli slums della capitale Port au Prince. I 400 bambini della Scuola Saint François ci hanno accolto con le loro divise ordinatissime e immacolate, con le loro treccine, gli occhietti vispi e sorrisi smaglianti, saltando e cantando con un'energia inesauribile e contagiosa. Sapendo da dove vengono la mattina e dove ritornano la sera dopo la scuola, cioè un cumulo di baracche di lamiera, spesso senza acqua, cibo e i beni essenziali e primari per una vita dignitosa e in mezzo alle difficoltà che la loro famiglia affronta ogni giorno per sopravvivere, mi sono detta, ancora una volta, che davvero vale la pena dare tutti noi per aiutarli a continuare ad andare a scuola e costruirsi un futuro migliore.

 

Cliccate qui per vedere il video, fatelo vedere ai vostri bambini e contagiate i vostri amici! È un video che rasserena anche la giornata più grigia!

 

Nella Baby House Sainte Anne i bambini ci hanno accolto con un piccolo spettacolo nel quale si sono impegnati tantissimo: chi con balli, chi con discorsi in inglese e in italiano per accoglierci e i più piccoli con una divertentissima sfilata dove sembravano davvero navigati modelli e modelle!!

 

In mezzo alle risate di gioia di tutti bambini che assistevano insieme a noi, abbiamo fatto una merenda a base di pop corn, preparati nel loro turno libero con tanta pazienza per tutti i 400 bambini da Anna e Irene, le due ostetriche volontarie. Noi raccontiamo sempre come il lavoro di NPH in prima linea sia proprio quello di salvare i bambini che non hanno nessuno e di dare loro un futuro. E quando lo vivi di persona per noi che per primi che lavoriamo in Fondazione è una gioia incredibile, così come ci è successo per il piccolo Leon, abbandonato alle porte della nostra Casa orfanotrofio, malnutrito e in pericolo di vita e che ora è diventato un bambino bello, sano e forte, quasi come un piccolo pugile. Ho visto Leon neonato e in quest’ultimo viaggio ho avuto il dono di vederlo muovere i suoi primi passi. Sono poi tornata al cantiere della nuova ala della Casa dei Piccoli Angeli, Kay Gabriel, che sarà inaugurata, se tutto va bene, il prossimo 4 ottobre, giorno dedicato a San Francesco.

 

Ecco il video e le foto del progress dei lavori.

Dopo il sopralluogo sono stata con Stefania, donatrice di Lecco, a visitare le piccole aule della Casa dei Piccoli Angeli, dove i bambini anche con disabilità gravissime vengono accolti tutte le mattine per delle vere e proprie lezioni, mentre le loro mamme fanno le collane e i bigliettini che noi poi vendiamo in Fondazione e il cui ricavato permette loro di comperare da mangiare per i loro bambini. È difficile spiegare la gioia che si respira nella Casa dei Piccoli Angeli, dove l'amore per questi bambini prevale su tutte le oggettive grandissime difficoltà che gli assistenti, gli educatori e le mamme stesse, devono affrontare ogni giorno; è bello ogni volta vedere le targhe con i nomi dei donatori che hanno creduto in questo meraviglioso progetto quando ancora era sulla carta. Vi invito davvero a venire a visitare di persona.

 

Clicca qui per vedere il video di alcune classi. Video 2

 

ACQUA E VITA

Poco prima di partire per Haiti, reduce dal precedente viaggio, stavo scrivendo insieme al team in Fondazione la nostra ultima newsletter, che a breve arriverà nelle vostre case proprio con l'appello ad aiutare Padre Rick nella distribuzione di acqua e cibo negli slums, dove i bambini e le persone muoiono ancora di fame e di sete! Ecco, durante questo viaggio sono stata proprio lì, seguendo uno dei camioncisterna che ogni giorno distribuiscono migliaia di galloni di acqua potabile: è umiliante pensare che ancora oggi esistano situazioni su questa terra dove persone esattamente come noi non dispongono di questi beni primari ed essenziali, è umiliante per chi li dà e per chi li riceve. Arrivato il camion le persone accorrono e, in fila ordinata, attendono il loro turno. I bambini si buttano sotto il camion per raccogliere le gocce che cadono dalle giunture e cercano di farsi una brevissima doccia.

Acqua è vita e distribuire acqua potabile vuol dire salvare da tantissime malattie.

Mamme e bambini attendono il loro turno in fila indiana.

 

Quelli che ho visto e raccontato sino ad ora sono tutti dei piccoli miracoli, immagini ed emozioni che mi porto nel cuore e che spero, almeno in piccola parte, di essere stata in grado di trasmettervi, perché questo per me è il senso della vita, fatta anche di amore e responsabilità verso coloro che soffrono più di noi.

Il mio grazie a tutti voi, che rendete possibile questo, è senza fine."

Mariavittoria

 

Emanuela Ambreck, giunta ad Haiti per seguire i progetti medici della Fondazione all'Ospedale pediatrico Saint Damien, racconta:

"Questo mio viaggio in Haiti ha avuto come obiettivo il monitorare alcuni progetti medici dell'Ospedale pediatrico Saint Damien, che dall'Italia seguiamo e coordiniamo in team con lo staff hatiano. Con Enrico, primario di ginecologia ed ostetricia dell'Ospedale Buzzi di Milano e clinical advisor della Fondazione Francesca Rava per il progetto maternità, abbiamo incontrato lo staff locale per comprendere la situazione attuale e le principali necessità. Abbiamo incontrato ginecologi, anestesisti ed ostetriche per confrontarci insiem su come gestire al meglio il programma nei prossimi mesi. E' sempre molto stimolante vedere l'attenzione e il rigore con cui lo staff locale si dedica al proprio lavoro. Con noi c'era anche Sabina, una giovane ostetrica di Pavia, che rimarrà in Haiti sino a fine ottobre per proseguire il lavoro di Irene ed Anna, le due ostetriche che da gennaio stanno lavorando al fianco dello staff haitiano. Dall'Italia abbiamo portato due cardiotografi, due preziosi strumenti che permettono di monitorare lo stato di salute della donna e del bambino durante il travaglio, acquistati e donati dalla Fondazione. Questo strumento si è rivelato di fondamentale importanza fin da subito: durante una dimostrazione allo staff ostetrico locale, è stata identificata in una donna in gravidanza una situazione di sofferenza fetale molto a rischio. Enrico ha quindi deciso di intervenire tempestivamente ed è nato così un piccolo bambino con un grave problema di palatoschisi. Il bambino è stato trasferito subito nel reparto di neonatologia, allestito e interamente attrezzato dalla Fondazione e sottoposto a cure intensive.

Lo strumento appena arrivato ha quindi permesso a questo bambino di nascere in sicurezza e di venire assistito in maniera adeguata. Questo ci ha fatto capire quanto sia importante concentrare i nostri sforzi e lavorare affinché vengano assicurate cure di qualità a tutti gli ospiti del St Damien. In autunno in collaborazione con l'Ospedale Buzzi di Milano verranno organizzati dei corsi di formazione per il personale medico ed ostetrico su come usare al meglio, dal punto di vista clinico, gli strumenti donati. Basta poco per salvare la vita di tanti bambini. Sostieni assieme a noi il progetto maternità"

Elena, volontaria farmacista di Verona, in Haiti per il progetto farmacia all'Ospedale Saint Damien:

"Quella che si è appena conclusa è stata per me un'esperienza straordinaria, sia sotto l'aspetto umano che sotto quello professionale! La farmacia galenica del Saint Damien, realizzata grazie al sostegno di tanti donatori italiani, è assolutamente in linea con gli standard delle farmacie europee. Ho trovato ordine ed organizzazione del lavoro perfetti ed una grande professionalità del personale addetto ( farmacisti e tecnici ) nel controllo e catalogo delle sostanze, oltre che nell'esecuzione delle preparazioni. Mi ha affascinato molto l'interesse di tutti loro per il loro lavoro e la voglia di saperne di più, di essere più preparati, davvero meglio di tante nostre realtà europee."

Michelangelo, ingegnere, volontario della Fondazione, ad Haiti per seguire il progetto di costruzione di Kay Gabriel, la nuova ala della casa dei Piccoli Angeli:

"Sono tornato a Tabarre. Ho fatto questo viaggio tante volte in questi anni e ho visto molte facce di questo paese, ho conosciuto la miseria ma anche la dignità della gente, la determinata ostinazione con la quale gli haitiani sono capaci di risollevarsi dalle macerie materiali – e anche morali – che li circondano. Forse alcune cose sono migliorate rispetto a tre anni fa qui ad Haiti: ci sono meno macerie sulle strade, c’è più asfalto, qualche piccolo ponte è stato ricostruito, si vede qualche intervento sulla rete elettrica, qualche albergo o supermarket che non c’era, ma i poveri sono rimasti poveri. La miseria si tocca concretamente ovunque, se guardi le persone che ogni giorno arrivano da noi in ospedale ti puoi appena immaginare in quale condizione minima vivano ogni giorno. Eppure è così positivo poter constatare che quello che trovano arrivando è finalmente degno di loro, è quello a cui avrebbero sempre avuto diritto e che forse conoscono per la prima volta nella loro vita arrivando all'Ospedale Saint Damien. Un luogo bello, pulito, rispettoso, dove tutti avranno cure e attenzione. Alcuni avranno purtroppo anche un funerale, tristissimo ma pieno dell’ amore che restituisce dignità e rispetto. Poi ci sono i nostri bambini, quelli che vivono da tanti anni con noi a Kenskoff -sempre pieni di voglia di correrti incontro e farti festa— e gli orfani del terremoto: i bambini di S. Louis. Questi vivono ancora nei container attrezzati del dopo-sisma ma presto, spero prestissimo, cominceremo a costruire anche per loro una casa vera di mattoni. Sono bambini stupendi, nei loro occhi vedi tutta la gioia della loro vita serena. Si portano dietro, ciascuno, una storia terribile eppure sono sereni e allegri, ti restituiscono l’amore che adesso ricevono.

Sono stato nel sud, aux Cayes, dove abbiamo avviato una delle panetterie mobili ed ora stiamo costruendo una scuola in muratura. I bambini ci sono già, e sono più di 200, studiano sotto ad una struttura provvisoria, stavano facendo gli esami di fine anno; tutti compresi e impegnati nelle loro divise impeccabili nonostante il caldo e la povertà di tutto ciò che hanno intorno. A mezzogiorno mangiano il pane fresco che viene distribuito dalla panetteria – quel giorno distibuito anche ai genitori che assistevano silenziosi e serissimi agli esami dei figli.

Infine Padre Rick. Tra pochi mesi compirà sessant’anni e da 26 è l’anima e il motore di questo lavoro. Come sempre impegnato in mille progetti nuovi e con il grande fardello di dovere mandare avanti – tra mille difficoltà e ristrettezze di budget – una missione così bella e grande. Quando vedi come sorride ai bambini che incontra capisci tutto il senso di quello che fa e come sia davvero un privilegio poter fare un po’ di questa strada con lui."

 

Canale Notizie - 27-06-2013 - Segnala a un amico


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