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12 gennaio 2013: padrini e donatori in Haiti con la Fondazione Francesca Rava

 

Ore 6.30. La Messa con i bambini del Foyer Saint Louis

La giornata è iniziata a Tabarre con la processione dei 140 bambini del Foyer Saint Louis verso l’ospedale Saint Damien, dove Padre Rick ha celebrato la Messa nello spazio coperto in cui usualmente al mattino si svolge l’accettazione.

Padre Rick ha spiegato con parole molto semplici ai bambini, che in 30 secondi hanno perso i genitori, la casa, che il terremoto non è stata una punizione, o qualcosa voluto da Dio, ma un fenomeno naturale che per il modo sbagliato in cui erano state costruite le case, ha provocato gravi danni e vittime: un movimento della terra, la stessa che ci da i fiori, i frutti che ci nutrono, le piante che ci riparano dal sole. Padre Rick ha detto ai bambini che questa è una giornata di ricordo e di dolore ma anche che occorre andare avanti e guardare il buono che quanto successo ha portato: l’aiuto dei soccorritori, il sostegno di amici dall’Italia e dal mondo, che ha permesso la costituzione di una grande famiglia. E andare avanti, in memoria di chi 3 anni fa ha perso la vita, significa lavorare insieme per migliorare le cose, per rendere migliore Haiti. A monito di questo impegno, la cappellina del Saint Damien, danneggiata dalle scosse, pur messa in sicurezza non sarà riparata fino a che ci sarà anche solo un haitiano cui non sia stata data la dignità di una casa.

 

 

Ore 13. Benedizione della lapide commemorativa per Ryan e Molly sul luogo del crollo del vecchio ospedale Saint Damien a Petionville.

Dopo aver concelebrato la Messa alla rovine della Cattedrale, Padre Rick ha benedetto il piccolo, semplice monumento realizzato a Petionville in memoria dei 2 volontari di NPH morti nel crollo dell’edificio che un tempo era il vecchio ospedale Saint Damien (sostituito nel 2006 dal nuovo Saint Damien di Tabarre), che al momento delle scosse fungeva da centro per bambini disabili (nessuno presente perchè pomeriggio inoltrato) e foresteria.

L’edificio di 5 piani, un albergo in disuso che era stato riadattato ad ospedale, ha inghiottito Ryan e Molly e solo il coraggio di Nebez e degli altri ragazzi di Padre Rick, che hanno scavato con mani e forchette per giorni e notti, ha permesso di salvare Erin dalle macerie che la imprigionavano. Sullo spazio un tempo occupato dall’edificio, oggi c’è il parcheggio di un nuovo hotel, in un angolo la lapide commemorativa occupa un piccolo spiazzo d’erba. Anche in questo fatto Padre Rick ha voluto vedere qualcosa di buono, ringraziando Dio e gli uomini per i 10.000 bambini che ogni anno il vecchio Saint Damien aveva assistito, e per il contributo che la vendita dell’appezzamento ha portato alle spese del nuovo Saint Damien, unico ospedale gratuito dell’isola.

 

Ore 16. Sulle colline adibite a fosse comuni di Titanyen, dove gli sfollati di Port au Prince hanno eretto tende e baracche, per ricordare le 300.000 vittime del terremoto e liberare le loro anime in cerca di pace.

Titanyen, a un’ora da Port au Prince, alle pendici di brulle montagne, ricoperta di erba bruciata, sassi e sterpi, per gli haitiani è un luogo che suscita il pensiero della morte: durante le dittature gli oppositori politici vi venivano portati per l’esecuzione, da anni è fossa comune per i morti senza nome; qui ogni giovedì Padre Rick dà una degna sepoltura ai morti accatastati nell’obitorio dell’ospedale generale. Eppure su queste colline centinaia di famiglie sfollate dalla capitale hanno eretto le loro tende, l’unico luogo in cui potessero andare, e quella che è la loro casa sorge sopra centinaia di migliaia di cadaveri vittime del terremoto, riversati qui 3 anni fa dalle ruspe.

Padre Rick ha ricordato a noi italiani e ai numerosi haitiani, i ragazzi del suo team e abitanti della tendopoli avvicinatisi alla funzione, quanto sia stata improvvisa la morte di queste persone, strappate in pochi secondi alla vita e al le loro famiglie, con il rimpianto o il rammarico per le cose dette e per quelle non dette, fatte e non fatte, il corpo schiacciato e amputato ammassato agli altri: i loro spiriti per questo vagano e sono ancora legati a questa terra desolata. Abbiamo cantato, pregato tutti insieme e alla luce del tramonto padre Rick ha chiesto a ognuno di noi di lasciare un fiore, in qualsiasi punto volessimo della collina, per aiutare le anime imprigionate a liberarsi dagli ultimi legami che impediscono loro di arrivare alla Luce, e per liberare questo luogo, diventato il posto dove tanti bambini devono ora poter vivere e crescere.

Al suono della banda di tamburi e trombe giunta per onorare i morti e incoraggiare i vivi, abbiamo ballato tutti insieme fino a che c’e’ stata luce. Venendo via, abbiamo donato le candele usate nella funzione alle famiglie di Titanyen perchè potessero illuminare il buio delle loro tende.

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Canale Notizie - 18-01-2013 - Segnala a un amico


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