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Emergenza Covid 19 ad Haiti. La Fondazione Francesca Rava lancia la campagna Un respiro per Haiti: aiutaci e fai la tua donazione, Fondazione Mediolanum la raddoppierà.

APPELLO URGENTE PER LA TERAPIA INTENSIVA COVID DEGLI OSPEDALI ST. DAMIEN E ST. LUC

 

In Europa si inizia a respirare ad Haiti purtroppo no…. ridiamo il respiro ad Haiti!

Gli ospedali St. Damien e St. Luc ci chiedono aiuto per avere nuovi letti di terapia intensiva con respirazione assistita, per l'approvvigionamento di farmaci e DPI e per avere nuovo personale dedicato.

 

Se effettuerai la donazione sul conto di Fondazione Mediolanum, quest’ultima verserà alla Fondazione Francesca Rava la tua donazione raddoppiata.

 

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Puoi fare la tua donazione anche con un BONIFICO, ecco i dati:

Intestazione: Fondazione Mediolanum Onlus

Iban IT68C0306234210000000417750 (Istituto Banca Mediolanum)

Causale: Un respiro per Haiti

Per informazioni: contabilita@nphitalia.org

 

 

Emergenza Covid-19 in Haiti

In Haiti l’epidemia da Covid-19 è comparsa verso i primi giorni di Aprile 2020, a peggiorare una situazione sanitaria e soprattutto economico-sociale già estremamente compromessa, a causa dei gravi disordini e  violenze in atto nel paese da febbraio 2019 e di una grave situazione di povertà presente nel paese da moltissimo tempo.

Un primo picco di epidemia da Covid si è avuto a giugno 2020L’operatività dell’Ospedale St. Damien è stata subito rimodulata per far fronte all’emergenza.

La Fondazione Francesca Rava in particolare, grazie al supporto di medici italiani suoi volontari, ha aiutato e seguito l’Ospedale St. Damien  per la messa in atto delle procedure di sicurezza e di prevenzione dell’epidemia Covid-19.

 

Nel mese di Aprile 2020 sono stati individuati i primi 3 pazienti pediatrici con Covid-19. Per fronteggiare l’emergenza è stato aperto un reparto Covid, tuttora attivo, con 9 posti letto per i casi sospetti e 10 posti letto per i casi confermati.

Da aprile 2020 ad ora i bambini  ospedalizzati con sintomi sospetti da Covid e testati sono stati circa 950 e di questi oltre 130 sono risultati positivi. A questi vanno aggiunti i bambini segnalati dalle cliniche di strada di NPH o comunque dall’esterno del St Damien, che  sono stati 740 con sintomi sospetti e testati e 95 casi confermati. 

A partire da maggio 2021 la situazione è molto peggiorata. I letti sono passati da 8 a 65. Il Ministero della Salute Haitiano ha inoltre annunciato la presenza delle varianti Brasiliane sull’isola provenienti dall’Amazonia e dalla Gran Bretagna. I vaccini al momento non sono disponibili nel paese e sta diventando quindi sempre più complesso arginare il contagio.

 

Anche presso l’Ospedale per adulti St Luc fin dai primi giorni della pandemia è stato cerato un centro Covid con 100 letti dedicati, nel quale da aprile 2020 a maggio 2021,  sono stati accolti circa 700 casi confermati.

 

Tutto questo si inserisce in una situazione socio politica molto complessa che va avanti da febbraio 2019 a seguito di una crisi governativa tra Haiti e il Venezuela e che ha portato gravi rivolte in strada da parte del popolo, violenza, repressione e morte. Il popolo, scontento dell’attuale governo e frustrato da una continua situazione di povertà e miseria, ha preso posizione manifestando violentemente e causando a sua volta violenza e atti repressivi. 

 

Nella sola Port au Prince, la capitale, nell’ultimo periodo ci sono stati oltre 1000 sequestri di persona. Ogni giorno migliaia di persone chiedono aiuto per avere acqua, cibo e farmaci poiché a causa della pandemia gli aiuti internazionali, se pur sempre presenti, hanno molto allentato. Inoltre la moneta locale il Gourde, a causa di decisioni politiche del governo, ha subito un svalutazione del 66 per cento rispetto al dollaro e questo ha provocato un aumento dei prezzi di circa il 35 per cento, in un paese in cui l’80 per cento della popolazione vive con meno di 1,5 dollari al giorno e, spesso, vive grazie alle rimesse di denaro provenienti dai parenti emigrati all’estero. In questo contesto la nuova ondata Covid, in atto in questo momento, ha creato una situazione disperata.

Gli ospedali St Damien e St Luc ci chiedono aiuto per l’approvvigionamento di farmaci e DPI,  l’assunzione di personale per far fronte a questa grave situazione.

 

I letti sono pieni, non c’è abbastanza ossigeno, le terapie intensive sono in difficoltà perché già impegnate da pazienti non COVID.

Il centro di produzione di ossigeno medicale presso l’Ospedale St Luc non riesce a produrre un numero di bombole adeguato al bisogno. Occorre quindi acquistare nuove bombole per il riempimento, un concentratore e installare nuove prese per l’ossigeno ai letti dei pazienti.

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Canale Notizie - 05-07-2021 - Segnala a un amico


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