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Terzo campus di volontariato dell'estate in Haiti. Leggi le testimonianze e guarda le tantissime foto

 

Maria Chiara, Gianluca con Silvia e Giulia, sono stati i tutor del terzo campus di volontariato organizzato dalla Fondazione Francesca Rava quest'estate in Haiti, il quinto nelle Case NPH.

 

Oltre 25 volontari per due settimane hanno visitato i progetti che la Fondazione porta avanti in questo Paese quarto mondo e aiutato il team di Padre Rick in tante attività pratiche.

 

Leggi sotto le testimonianze dei volontari,  GUARDA QUI TUTTE LE FOTO DEL CAMPUS.

Anna Maria

"Ho deciso di partecipare a questo campus di volontariato in Haiti in maniera istintiva, senza rifletterci molto, sull’onda di un’emozione trasmessami durante l’incontro di presentazione presso la Fondazione Francesca Rava.

Quando poi il viaggio è diventato concreto non riuscivo ad immaginare come sarebbe stato affrontare un’esperienza del genere, la prima in assoluto per me, e mentre mi preparavo a partire ho cercato di pensare a cosa avrei visto laggiù, e soprattutto cosa mai avrei potuto fare io in quel luogo…senza esperienza, senza avere padronanza della lingua ma solo con molta voglia di dare nel mio piccolo un contributo.

La mia più grande preoccupazione per questo viaggio non era né la fatica fisica, ne tantomeno il mangiare poco o il caldo che sapevo per certo di trovare…la più grande preoccupazione era per il mio cuore…immaginavo che non avrei retto a quello che avrei visto.

Avevo ragione…quei bambini sono entrati a gamba tesa nel mio cuore e difficilmente riuscirò a farli uscire!

I loro sorrisi, la loro dolcezza, quei loro semplici gesti di affetto che mostrano nei confronti di chi va da loro per trascorre qualche ora spensierata, sono cose che porterò per sempre nel mio cuore oggi un po’ malandato, con una sensazione di impotenza di fronte ad alcune immagini e situazioni che ho visto, ma che nel mio piccolo cercherò di migliorare.

Ho avuto la fortuna di poter vedere con i miei occhi quanto la Fondazione Francesca Rava insieme ad NPH hanno fatto in quel paese, per cercare di migliorare la vita di quella povera gente…ho avuto anche la fortuna in questo viaggio di conoscere Padre Rick…l’immagine che ho portato via di lui è la luce nei suoi occhi quando mi raccontava di tutto quello che fa per quella gente, l’entusiasmo dopo tanti anni di continuare un percorso che solo lui può sapere quanto è difficile, ma che si impegna a fare con un amore ed una dedizione uniche, di uomini così dovrebbe essere colmo il mondo.

Il mio timore di non poter essere di nessun aiuto in quel luogo è svanito nell’attimo stesso in cui i bellissimi bambini haitiani mi hanno guardato negli occhi e con i loro sorrisi e con i lori semplici gesti mi hanno fatto capire che il solo prenderli per mano o in braccio a loro bastava, loro che sono nati e cresciuti spesso senza nemmeno quei piccoli gesti che per noi sono la quotidianità.

E’ stato un viaggio impegnativo….ma che mi aiuterà sicuramente nel mio percorso di vita, io che nella vita ho scelto di non diventare mamma, ma che ora so con certezza che potrò essere mamma di qualche meraviglioso bambino laggiù!"

 

Simone, 35 anni, Caravaggio (Bg)

"Ho partecipato al campus di volontariato ad Haiti e ho avuto finalmente l'occasione di conoscere il grande Padre Rick, direttore dei progetti NPH sull'iosla e vedere l'enorme lavoro che lui ha fatto per i nostri piccoli fratelli di Haiti e per le loro famiglie.

Ho avuto modo di vedere l'eccezionale Ospedale pediatrico NPH St. Damien, che aiuta ed assiste mamme e bambini, costruito su progetto di ingegneri italiani grazie a donazioni giunte dal nostro Paese; un ospedale all'avanguardia e ai livelli dei nostri ospedali, dove lavora un personale haitiano che si è professionalmente formato grazie all'aiuto di medici italiani che ancora oggi, dopo quasi 10 anni, si recano laggiù per dare il loro fondamentale contributo. Come il dottor Giorgio, volontario anche lui del campus, che al suo arrivo ha messo tutta la sua professionalità a disposizione di quei piccoli bambini ammalati.

In questo viaggio ho potuto conoscere anche la bella famiglia formata da Paolo, volontario storico che ha aiutato la Fondazione con la nascita dell'officina meccanica a Francisville, città dei mestieri, Marina, e la cara Marie. I loro racconti, la loro commozione sono stati per tutti noi un esempio di vita e sono felice di aver potuto partecipare a questo viaggio che per Marie è stato un ritorno a casa. Ora anche io sono a casa, ma come gia mi è successo dopo il campus  nella Casa NPH in Honduras al quale ho partecipato l'anno scorso vivrò con un pezzo di cuore ad Haiti, con un pensiero a quei bambini e all'eccezionale lavoro della Fondazione Francesca Rava che saprà darmi la forza di continuare a svolgere le raccolte fondi per sostenere  l'Ospedale St. Damien e il caro Padre Rick."

 

Giulia

"Ogni momento ad Haiti vale la pena di essere vissuto e rimane nel cuore per tutta la vita; I sorrisi, i bambini che ti prendono per mano e ti chiedono di giocare, le messe di padre Rick, la polvere di Cité Soleil, lo slum più povero.  È come una pausa dalla realtà in un mondo di contrasti dove le difficoltà si trasformano in amore e il tempo diventa un regalo, da donare e da ricevere.

Ringrazio la vita per avermi dato la possibilità di conoscere questa realtà, e di avermi regalato tanti sorrisi e tanto amore."

 

Giovanna

"Quest’estate ho trascorso 12 giorni ad Haiti partecipando ad un campus di volontariato organizzato dalla Fondazione Francesca Rava:  un’esperienza semplicemente UNICA che portero’ sempre con me.

Haiti, la “Perla dei Caraibi”: isola baciata dal sole e circondata dall’oceano cristallino; terra colorata dalle verdi palme e buganville dalle infinite sfumature rosa, fucsia, viola... luogo dai 1000 profumi ed odori…

Haiti, un paese dove povertà, sporcizia, malattia e morte sono una costante nella vita di ogni suo abitante; qui i bambini, quelli che riescono a sopravvivere, giocano tra immondizia, lamiere, capre e maiali …e nonostante tutto, SORRIDONO! Ti salutano e ti corrono incontro semplicemente sperando di ottenere un abbraccio… i loro occhi sono incredibilmente belli, tanto profondi e tanto ricchi di emozioni che arrivano dritti al cuore.

Haiti, l’isola dei paradossi.

Non è facile trovare le parole per descrivere una realtà cosi’ complessa, dove disperazione e gioia spesso animano la stessa giornata.

Non è semplice risolvere i problemi di questo paese, tuttavia, è importante andarci per conoscerlo veramente, per comprenderlo, per sostenerlo e per non dimenticarlo.

Il piccolo contributo che ogni persona è potenzialmente in grado di dare è davvero prezioso, vitale. Di persona attraverso il volontariato, o a distanza, mediante le donazioni e le adozioni di “piccoli angeli”  si puo’ fare molto per Haiti, per il popolo di Haiti.

Aiutiamoli! Basta poco per salvare una vita e regalare ad un bimbo un futuro migliore."

 

Alice

"Sono partita come volontaria del Campus di volontariato e ho trascorso 12 giorni ad Haiti, soprattutto negli orfanotrofi e nell’ospedale pediatrico NPH Saint Damien.

Gli orfanotrofi NPH sono una realtà “felice” all’interno di un paese disperato. I bambini e gli adolescenti che vivono in queste strutture hanno però un infinito bisogno di avere attenzioni esclusive, di abbracci, di baci e di carezze, ed instaurano con i volontari rapporti di grande affetto e fiducia.

L’ospedale pediatrico St Damien è una struttura molto bella dove si trovano spesso volontari medici e altre figure sanitarie provenienti da diverse parte del mondo per portare il loro contributo e le loro conoscenze.

Io sono partita con 2 obiettivi: quello di conoscere e aiutare la realtà NPH ad Haiti e quello di capire e toccare con mano la malnutrizione di cui avevo visto solo poche immagini nei libri universitari.

Al St Damien ci sono 2 reparti: la stanza dei palloni, dove vengono trattati i casi di malnutrizione più grave, e un ambulatorio diurno, Kaya ua bois, dove vengono trattati quelli che non necessitano di ricovero.

Quello che ho visto e ho vissuto nella stanza dei palloni non mi è possibile raccontarlo senza rinnovare un dolore troppo grande. Le immagini e la sofferenza dei bambini rimarranno nella mia mente per sempre. Come non dimenticherò le loro mamme, spesso già in attesa di un altro figlio, sedute ai margini del lettino, impotenti e rassegnate.

A Kay au bois viene controllata, invece, la crescita dei bambini e viene fatta educazione alimentare. Le mamme vengono responsabilizzate a prendersi più cura dell’alimentazione del bambino e vengono regalati loro pasta e burro di arachidi. Spesso si ottengono buoni risultati, in altri casi la gestione dei pasti viene lasciata ai bambini che non sono in grado di far fronte al problema, in altri ancora le provviste fornite vengono rivendute. In questi casi sta al medico decidere se continuare con il trattamento.

La sofferenza senza pace dei bambini, la solitudine, la profonda tristezza, la mancanza di attenzioni, di affetto, di amore, l’impotenza e la rassegnazione si affievoliscono con l’arrivo dei volontari. Mi riferisco soprattutto ai bambini gravemente malnutriti nella stanza dei palloni, ai bambini disabili abbandonati nella stanza dei pesci e ai bambini con il cancro nella stanza del mango (che spesso sono più grandi e pienamente consapevoli).

Come nutrizionista penso sia possibile migliorare i vari piani alimentari. L’alimentazione corretta è alla base della maggior parte dei trattamenti medici ed è necessaria per lottare contro la malattia e per superare definitivamente uno stato di malnutrizione. Tutto questo deve essere fatto utilizzando il più possibile le risorse locali e spero di avere la possibilità di dare in futuro il mio contributo per raggiungere anche questo obiettivo. "

 

 

Anna

"Looking at things with fresh eyes.....questa é la frase che la mia compagna di viaggio di questo campus di volontariato in Haiti, Carolina, ha utilizzato per commentare il nostro diario fotografico e credo che riassuma alla perfezione cosa é stato questo viaggio per tutti noi. Perchè sebbene alla partenza, i tutor della Fondazione preparano il gruppo con ogni avvertimento a quello che potrà succedere o ti capiterà di vedere, non ti avvisano che è il ritorno il momento della verità.

Quando si arriva ad Haiti ci si rende subito conto di essere finiti in un mondo lontano anni luce dalla nostra realtà quotidiana e vivi i 10 giorni del campus come in un vortice frenetico, senza pausa, sommersa  da mille informazioni e sentimenti, senza magari avere un momento per riflettere su ciò che vedi o senti.

Poi torni a casa e ti senti.... spaesato. Rivedi i grandi occhi dei bimbi ricoverati all'Ospedale pediatrico St Damien che chiedono solo un po' di amore e cure, i volti degli splendidi ragazzi di FWAL che hanno bisogno di comunicare e pensi ai sorrisi sinceri dei bimbi più piccoli accolti nella Baby House Sainte Anne che vogliono solo giocare e dimenticare per un giorno di essere soli e dimenticati da tutti.

Ripensi alle persone che hanno fatto di tutto per aiutarli, per salvarli e che ogni giorno sono lì in Haiti: da Padre Rick, prete e medico in prima linea, Direttore dei progetti N.P.H. sull'isola, un vero cowboy dei Caraibi che ha fatto del duro lavoro e della dedizione agli altri la sua missione, a Padre Enzo che lo affianca e con la sua vitalità e il suo entusiasmo rende tutto più facile, a Roseline, referente dei progetti della Fondazione Francesca Rava in Haiti, che è rimasta nel suo paese nel momento peggiore per aiutare e lottare con il suo incredibile senso pratico per tutti i ragazzi senza una casa o una famiglia, a Fadul, Gina e tutti gli altri volontari he ogni giorno cercano di rendere possibile quello che, visto da km di distanza, sembra un miracolo, a Marina, volontaria partita con me dall'Italia e che ormai sento come una mamma "adottiva a distanza" insieme a Donatella, Paolo e Marie che hanno portato il miracolo in Italia. Tutti vanno avanti con dedizione, forza e amore per rendere possibile l'impossibile ogni giorno.

E' pensando a loro che racconto la mia personale storia di Haiti e mi rendo conto che qualcosa é cambiato nel mio modo di vedere il mondo quando le persone che mi ascoltano sentono l' entusiasmo nelle mie parole e mi dicono di vedermi.... "diversa", allora comprendi cosa é davvero quella che Silvia, mia compagna di viaggio, chiama la magia di Haiti e il significato di quanto N.P.H. sta realizzando per questo Paese.

Questa é Haiti, questa é l'esperienza del campus che ti arricchisce di amore, nuove amicizie e conoscenze.

Questo é cio' che dovremmo capire perchè a volte non bisogna cambiare se stessi, ma semplicemente guardare al mondo con occhi diversi per aprire non solo la mente, ma soprattutto il cuore.

Grazie a tutti miei compagni di viaggio!"

 

QUI TUTTE LE FOTO E TESTIMONIANZE DAI CAMPUS DI VOLONTARIATO IN AMERICA LATINA — ESTATE 2015

 

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Per maggiori informazioni e per partecipare: 02.54122917, chiara.delmiglio@nph-italia.org

 

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