Notizie

La testimonianza di Pietro e Paola, team 24, volontari sanitari a bordo di Nave San Giusto.

 

9 ottobre 2014

"Questo pomeriggio abbiamo raccolto da un gommone altre 93 persone migranti, di cui 9 bambini, 20 donne, 4 gravide sane con età gestazionale fra 16 e 29 settimane. Ad oggi abbiamo a bordo 497 migranti, per oltre il 90% siriani, di cui 72 minori, 40 donne, 6 gravide sane; abbiamo anche 2 diabetiche e 2 diabetici insulinodipendenti; 4 uomini con ritenzione urinaria che abbiamo dovuto cateterizzare. Stranamente i casi di sospette malattie contagiose sono pochissimi, solo qualche caso di bronchite. Fra le 1789 persone (siriane circa il 60%, per il resto somale, etiopi, sudanesi, nigeriane, senegalesi) sbarcate a Reggio Calabria domenica scorsa 5 ottobre, contavamo invece 73 casi di scabbia e casi di varicella e di sospetta tubercolosi.

La nave è costruita con diversi ponti l'uno sull'altro. Sulla San Giusto, il ponte più elevato è il ponte volo, pista per gli elicotteri, il ponte a livello dell'acqua è il ponte garage, dove vengono stivati i natanti: gommoni, barche, zattere e il GIS, un zatterone che può contenere fino a 250 persone. Il ponte garage è un camerone unico, lungo circa 130 metri, chiuso ai lati, a prora e dal soffitto.

Quando la nave si avvicina ad un barcone di migranti, di solito il GIS ed uno o più gommoni con alcuni marinai e marò a bordo occupano il barcone, fanno una prima ispezione di servizio d'ordine e sanitaria e forniscono di salvagente le persone una ad una. Quindi, i bambini e le donne sono accompagnati alla nave ed infine sono accompagnati gli uomini.

Il natante con a bordo i migranti entra nel bacino a poppa della nave. Le persone sono fatte scendere una ad una e sono accolte da alcuni marò che le forniscono di braccialetto con numero identificativo. Quindi, le persone sono invitate a percorrere un tragitto dove sono sottoposte dapprima a triage sanitario, poi sono fornite di bottiglietta d'acqua e pacchetto di biscotti o cracker e infine accompagnate negli spazi della parte centrale dove possono soggiornare.

Il triage è effettuato dagli infermieri e medici che ispezionano la persona, il suo camminare, respirare e parlare, controllano temperatura comporea, cute del viso, braccia, torace e addome, chiedono di eventuali sintomi, malattie, farmaci assunti, gravidanze. Nel caso di persone che possone essere gravide o di sospette ammalate, queste sono accompagnate in infermeria per un esame più approfondito e per le ventuali cure del caso. Un'ecografia ed un eventuale esame ostetrico sono effettuati in uno spazio ginecologico dell'infermeria. Le persone risultate sane e le donne gravide normali tornano negli spazi centrali del ponte garage. Le persone che necessitano cure sono invece ricoverate in uno spazio per le donne ed in un altro per gli uomini. Le persone con malattie contagiose minori, es. scabbiotici, sono confinati in altri spazi appositi dell'infermeria, separati da tende.

I casi sospetti di malattie contagiose più gravi, es. tubercolosi, sono ricoverati in una camera a pressione negativa. In questa sarebbero ricoverati anche i casi con sospetta ebola o HIV, che sinora non ci sono stati. Una scheda sanitaria, tipo breve cartella clinica, è compilata per ogni persona gravida e per ogni persona ricoverata.

Il ponte garage della San Giusto può contenere fino a circa 1000 migranti, che quindi soggiornano al coperto. Nel caso che i migranti siano in numero maggiore, una parte deve essere ospitata in spazi all'aperto, ad es. sul ponte di prora. Stare all'aperto, soprattutto se piove o fa freddo come è avvenuto in alcuni giorni della scorsa settimana, può comportare disagi termici rilevanti, nonostante le tute di plastica date e le bevande calde. Nel caso delle 1800 persone sbarcate domenica scorsa a Reggio, le donne, i minori e circa 650 uomini erano ospitati al coperto nel ponte garage, mentre circa 800 uomini erano all'aperto. La notte precedente lo sbarco era piovosa e fredda. Al fine di ridurre il disagio di chi era all'aperto, il comandante della nave ha percorso una rotta lontana dai temporali peggiori e ha rallentato la velocità. Nonostante tali accorgimenti, abbiamo avuto 16 casi ricoverati per ipotermia e altri casi a rischio elevato."

Paola e Pietro

Canale Notizie - 13-10-2014 - Segnala a un amico


� 2000-2011 Fondazione Francesca Rava - NPH Italia ETS
Informativa sulla privacy