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Alberto e Mario, team 19: "Durante la nostra permanenza a bordo di nave Etna abbiamo assistito oltre 3000 naufraghi, il record storico di salvataggi"

 

Da ottobre ad oggi sono stati oltre 30.000 i naufraghi assistiti dai volontari sanitari della Fondazione Francesca Rava a bordo delle Navi della Marina Militare Italiana.

Mario, medico pmeumologo del Lanzo Hospital di Como, Alberto, ginecologo ed‎ ex primario dell'Ospedale S.Anna di Torino, ora in pensione, con Elisa infermiera di PS dell'Ospedale Mauriziano di Torino, hanno dato vita al 19° team. Questa è la loro testimonianza:

 

"La nostra attività è consistita in due distinte operazioni effettuate dalla nave Etna, nave su cui siamo imbarcati: nel corso della prima operazione (14-15 luglio) sono stati recuperati 1171 naufraghi (193 donne, 87 minori, 891 uomini provenienti prevalentemente dai paesi dell’Africa Sub-Sahariana), nel corso della seconda (17-18 luglio) 2128 naufraghi (240 donne, 186 minori, 1702 uomini provenienti dalla Siria, Palestina, Pakistan, Bangladesh e dai paesi dell’Africa Sub-Sahariana). E’ il record storico di salvataggi in mare nell’ambito di Mare Nostrum.

Ogni migrante paga circa 1000-1500 dollari per un posto su imbarcazioni fatiscenti che sono di vario tipo: barconi, gommoni e ieri anche un peschereccio; quando una di queste imbarcazioni viene svuotata, subito compaiono i cosiddetti sciacalli cioè pescherecci libici che cercano di riportare le imbarcazioni in Libia per riutilizzarle.

 

Dal punto di vista sanitario il lavoro di gruppo, coordinato dall’Ufficiale Medico di bordo, Dott.ssa Serena Petricciuolo, è stato ottimale.

Il lavoro medico “internistico” è indirizzato a riconoscere ed intervenire rapidamente sui casi più gravi, si è trattato di numerosi casi di disidratazione ed inedia aggravati da eventuali stati febbrili o gastroenteriti; nelle forme più intense si è provveduto ad idratare le persone con liquidi per via venosa. Subito dopo ogni imbarco è necessario affrontare il lavoro più gravoso per l’elevato numero di interventi e lo stress molto elevato delle persone soccorse. Inoltre l’intervento del personale medico e infermieristico durante la navigazione ha svolto una importante funzione di sostegno e di rassicurazione specie per i bambini e le mamme favorendo un clima di tranquillità in attesa dello sbarco.

Per quanto riguarda il settore ostetrico-ginecologico, nel corso della prima operazione, sono state valutate, clinicamente ed ecograficamente, 5 donne gravide, in generale con epoche gestazionali comprese tra la 14-26 settimana, senza problema alcuno; nel corso della seconda operazione una donna siriana a termine, in travaglio iniziale, è stata trasferita in elicottero prima a Lampedusa e poi ad Agrigento dove ha partorito felicemente un maschietto di 3 kg; contestualmente è stato trasferito anche un bambino siriano di pochi mesi con una malformazione del tratto urinario; inoltre sono state valutate, clinicamente ed ecograficamente, 14 donne gravide con gravidanze regolari, compresa una gravidanza gemellare a circa 32 settimane.

L’ecografo regalatoci da GE si è rivelato utilissimo sia per la diagnosi ostetrico-ginecologica sia per la valutazione estemporanea di ritenzione urinaria sia maschile sia femminile.

La terza componente il nostro team, Elisa, ha accompagnato la donna in travaglio ed il bambino con la malformazione in elicottero a Lampedusa e contiamo di recuperarla durante il viaggio di ritorno tra 24-48 ore.

 

Dal punto di vista umano non ci sono parole per descrivere l'emozione e direi quasi la commozione quando un’imbarcazione di migranti viene individuata in lontananza; la nave fa scendere i propri gommoni con marinai e marò a bordo; due marinai salgono a bordo del gommone dei migranti, prendendone possesso e calmando le persone; ciò è fondamentale perché se i migranti si facessero prendere dal panico, esisterebbe una concreta possibilità di ribaltamento; poi, trainato il gommone migranti verso la nave, si inizia l'operazione imbarco, anch'essa molto delicata; una volta a bordo i migranti vengono velocemente sottoposti a triage e quelli apparentemente con problemi vengono avviati all'infermeria sul ponte principale; a tutti, al momento dell'imbarco vengono consegnati acqua e biscotti e posizionati sul ponte della nave (uomini) e in un'area protetta (donne e bambini); quando arrivano sono tutti sotto shock ma dopo qualche ora quasi tutti si riprendono.

 

Il lavoro dell'equipaggio è stupefacente da tutti i punti di vista: donne e uomini efficienti, coraggiosi, instancabili, umani. Tutti si impegnano al massimo consci di fare qualcosa di straordinario. Si pensi, inoltre, che la cucina della nave, predisposta per preparare il cibo per un massimo di circa 200 persone, nel corso di queste giornate è riuscita a sfornare cibo più che sufficiente per 2400 persone, più volte al giorno.

L’accoglienza a bordo è stata estremamente cordiale a tutti i livelli, facilitandoci un veloce inserimento nell’attività lavorativa. Seppur temporaneamente, ci si sente veramente parte di un gruppo il cui scopo è il più alto che si possa immaginare."

 

Mario e Alberto

 

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Canale Notizie - 28-07-2014 - Segnala a un amico


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